giovedì 22 ottobre 2009

Incontro in occasione del "Giorno del Ricordo"


Dopo l’incontro con il dott. Emanuele Colorni della Comunità Ebraica di Mantova, svoltosi in occasione del “Giorno della Memoria”, il 30 gennaio, in ricordo e commemorazione della Shoah, l’Istituto Professionale “Ala Ponzone Cimino” ha ospitato, sempre nell’ambito del “Progetto Dimensione Europea”, un altro importante e formativo incontro in celebrazione del “Giorno del Ricordo”. Sono intervenuti il maestro Mario Ive, Presidente dell’Associazione degli Esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati di Cremona e la professoressa Laura Calci Chiozzi, del Libero Comune di Fiume in esilio. I temi trattati sono stati quelli relativi al confine orientale d’Italia, ai dissidi che hanno reso problematica la coesistenza tra Italiani e Slavi in particolare dopo i due conflitti mondiali, all’esodo che ne è conseguito e alla “dimenticanza storica” che ha seppellito per decenni questi fatti.
L’aula magna dell’Istituto, gremita di studenti delle classi terze e quinte, ha seguito con rispettosa attenzione le vicende delineate con competenza dai due relatori, che hanno tratteggiato mezzo secolo di storia del confine orientale.
La testimonianza della professoressa Calci si è focalizzata soprattutto sulle traversie di Fiume, “una città speciale, di confine, in cui anche le persone meno colte parlavano tre lingue: il tedesco, l’ungherese e, ovviamente, il dialetto fiumano, una variante dei dialetti veneti”; in riferimento ai fatti immediatamente successivi alla fine della I guerra mondiale la narrazione ha cercato di riproporre le memorie del padre, legionario fiumano all’epoca dell’impresa di Fiume, condotta da Gabriele D’Annunzio. Proposto anche un filmato dell’Istituto Luce, che nel 1934 aveva commentato, con la consueta roboante retorica, l’operazione compiuta da D’Annunzio nel 1919: la professoressa ha evidenziato il dramma di quella popolazione che si sentiva intimamente italiana e che veniva contesa dalla Jugoslavia. Ma il destino di Fiume era destinato a periodi ancor più bui, dopo la II guerra mondiale, quando i partigiani di Tito procedettero ad una vera e propria epurazione, con moltissimi esponenti della vita politica, economica e sociale fiumana che vennero fatti sparire, senza mai più poter rivedere le proprie famiglie: da qui l’inizio di un esodo mortificante che la stessa professoressa Calci ha vissuto in prima persona.
Dopo la proposta del video “Esodo: la memoria tradita”, il maestro Mario Ive ha raccontato la sua esperienza di giovane che ha visto la sua terra travolta da successive occupazioni: quella nazista e quella titina. In tutta l’Istria, ma anche in Venezia Giulia e in Dalmazia, veniva vissuto nel secondo dopoguerra il dramma delle foibe, uccisioni di massa con occultamento dei corpi in cavità del suolo tipiche del confine orientale, con una vera e propria “pulizia etnica” operata dai seguaci di Tito che volevano liberarsi “in qualsiasi modo” della presenza italiana in quelle terre che il “Diktat di Parigi” del 1947 poi assegnerà alla Jugoslavia. Il dramma di Mario Ive è poi continuato come quello di tanti esuli, nei campi di raccolta italiani, dove spesso la dignità dell’individuo e delle famiglie veniva calpestata: Mario ha avuto sicuramente un destino migliore rispetto a quello di tanti altri suoi conterranei, approdando a Crotta d’Adda dove ebbe presto la possibilità di svolgere il suo ruolo di maestro elementare e di ricostruire la propria esistenza.
Un filmato estremamente toccante sulla testimonianza di un internato al “campo di rieducazione” di Goli Otok, che cercava di esprimere le indicibili sofferenze alle quali erano sottoposti gli italiani lì imprigionati, ha introdotto le domande degli studenti, che si sono soprattutto mostrati interessati alla ricerca delle motivazioni che hanno tenuto per tanto tempo nascosto questo dramma, che ancora ai giorni nostri non riceve adeguata attenzione dai libri di testo di storia. Le risposte di Laura Calci e Mario Ive sono state chiare: gli interessi geopolitici dell’epoca fecero sì che nessuno dei potenti a livello internazionale, sia dello schieramento occidentale che di quello comunista, avesse convenienza ad andare alla ricerca della verità su quella prevaricazione inaccettabile. Una verità che, ha detto il preside dell’APC Fabiano Penotti a conclusione dell’incontro, le nuove generazioni hanno il dovere di ricercare con tutte le loro forze, su questo come su altri temi cruciali del mondo contemporaneo.

1 commento:

  1. Questo e il precedente post appartengono allo scorso anno scolastico. Nei prossimi giorni inseriremo altri articoli del periodo 2008/2009. L'Attività del blog APC per il 2009/2010 deve ancora iniziare!

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